![Il Parlamento di Londra - sole attraverso la nebbia](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/05595155-960x846.jpg)
Mondadori Portfolio, in collaborazione con Electa, ricorda Claude Monet, uno dei fondatori dell’impressionismo, in occasione della mostra a lui dedicata a Palazzo Reale di Milano.
Un artista visionario, capace di cambiare totalmente la concezione dell’arte tradizionale e dare avvio a una nuova fase, quella impressionista. Il nome stesso di questa corrente artistica è, infatti, legato a un’opera di Monet, “Impressione. Sole nascente”.
La passione per l’arte sorge in Monet fin dall’adolescenza. In particolare è l’incontro con il pittore Eugène Boudin che suscita in Claude l’amore per la pittura en plein air e la voglia di trasferirsi a Parigi, in quegli anni vivace centro artistico.
Insieme a Camille Pissarro, Alfred Sisley, Frédéric Bazille e Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet si dedica a una pittura che sappia cogliere la natura così com’è, fugace e in continuo mutamento, a seconda della luce, del vento, del momento della giornata.
Il compito del pittore impressionista diventa, dunque, quello di riprodurre la realtà, considerata come in continuo divenire, e immortalarla sulla tela il più velocemente possibile. Questo flusso costante diventa, per il pittore, una serie inesauribile di stimoli pittorici.
Claude Monet, ormai cieco, muore a causa di un tumore al polmone il 5 dicembre 1926.
Non perdetevi la mostra dedicata a Monet a Palazzo Reale di Milano, visitabile fino al
Ninfee bianche
![](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/02767937-800x475.jpg)
Le Ninfee di Monet sono un ciclo di dipinti a olio realizzati dall’artista tra il 1897 e il 1926, nella casa di Giverny, tra la Senna e l’Epte. Giverny è la dimora di Claude Monet a partire dal 1883, nella quale fa costruire il famoso laghetto delle ninfee. La passione per questo tema deriva dalle stampe giapponesi, molto diffuse a Parigi in quegli anni, che Monet ammirava e apprezzava. Dipinta nel 1899, “Ninfee bianche” è una delle prime tele della serie.
I Covoni
![](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/02783838-800x477.jpg)
È nell’estate del 1890 che Claude Monet inaugura i cicli di dipinti di uno stesso soggetto. Il primo è dedicato ai covoni. Si reca in un campo poco distante da Giverny e, lavorando per diversi mesi, registra fedelmente il mutare della luce e delle condizioni atmosferiche. Il quadro nella foto si intitola “Tarda estate, effetto mattino” ed è datato 1891.
La cattedrale di Rouen
![](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/02944593-502x800.jpg)
Un altro ciclo di opere firmate da Monet riguarda la cattedrale gotica di Rouen. Nella città dell’Alta Normandia il pittore realizza in due anni 48 dipinti dedicati alla facciata dell’edificio religioso. Lo studio della luce resta l’obiettivo di Monet: immortalare sulla tela lo stesso soggetto illuminato in momenti diversi del giorno e dell’anno e in vari contesti atmosferici.
Donne in giardino
![](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/02238759-647x800.jpg)
L’opera, conservata al Musée d’Orsay di Parigi, è uno dei primi esempi di pittura “en plein air” e testimonianza della svolta impressionista. Il dipinto, di notevoli dimensioni, raffigura quattro giovani donne in un giardino alberato. La rivoluzione applicata da Monet è l’assenza di chiaroscuro: le figure, le luci e le ombre sono date attraverso la giustapposizione di colori puri e campiture bidimensionali. Claude Monet riproduce l’impressione dell’aria che si muove nel paesaggio e intorno alle ragazze ritratte.
La stazione di Saint-Lazare
![](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/05595041-800x601.jpg)
Claude Monet si occupa anche di vedute urbane. Infatti, nel 1877, l’artista rivolge la sua ricerca sul comportamento e la rifrazione della luce nell’ambiente cittadino. Fa parte di questa fase “La stazione di Saint-Lazare”. Soggetti principali del dipinto sono la modernità delle strutture metalliche della stazione, le locomotive e il vapore emesso da quest’ultime.
Colazione sull’erba
![](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/02783860-653x800.jpg)
Quello che vediamo in foto è un frammento di quella che doveva essere la monumentale tela “Colazione sull’erba” di Monet. L’opera misurava più di quattro metri per sei. Perché oggi ne vediamo solo un frammento? A raccontarcelo, è il pittore stesso: “Dovevo l’affitto al proprietario di casa e, non potendo fare altrimenti, gli ho dato in pegno la tela che costui ha tenuto avvolta in cantina. Quando finalmente sono riuscito a procurarmi la somma necessaria per riprenderla indietro, capirete bene che la tela aveva avuto tutto il tempo necessario per ammuffire”. Monet recupera la tela nel 1884, la taglia e ne conserva solo tre frammenti, due conservati al Museo d’Orsay e il terzo, purtroppo, perduto.
I papaveri
![](http://blog.mondadoriportfolio.com/wp-content/uploads/2020/09/02238457-800x617.jpg)
Quando dipinge questo quadro, Claude Monet si trova nei pressi di Argenteuil. È l’estate 1873. La tela è un perfetto esempio di opera impressionista: l’artista vuole cogliere gli effetti che la luce del sole emette sfiorando le chiome degli alberi, i petali dei papaveri e i cappellini delle figure. Per farlo, deve dipingere sul posto e, per l’appunto, “en plein air”, trasferendo tele, cavalletti e tavolozza dal chiuso di un atelier all’aperto.